Monica Malamisura1, Basilio Malamisura2
1Specialista in Pediatria, U.O. di Endoscopia Digestiva, Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma 2Specialista in Pediatria, Diploma di perfezionamento in Gastroenterologia pediatrica, già Direttore U.O. di Pediatria e Centro di riferimento regionale per la Celiachia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è il più frequente tra i disturbi gastrointestinali funzionali. I suoi sintomi, a volte anche associati a manifestazioni extraintestinali, incidono negativamente sulla qualità di vita del paziente. Sebbene la patogenesi non sia completamente conosciuta, sempre maggiori evidenze suggeriscono che il microbiota intestinale riveste un ruolo primario nello sviluppo della patologia e del suo fenotipo attraverso il cross-talk “intestino-cervello”. Per tale motivo i probiotici rappresentano una pietra miliare nella gestione della problematica e in un futuro non troppo lontano l’obiettivo sarà quello di un approccio personalizzato del paziente in base al suo fenotipo clinico e al suo patrimonio microbico.