Focus On
Manuela Capozza, Mariella Baldassarre
I Bifidobatteri, importante genere batterico del nostro intestino, sono in grado di svolgere funzioni metaboliche, trofiche e protettive. Costituiscono la popolazione più rappresentata durante il primo anno di vita, in particolare nei nati a termine allattati al seno, divenendo quantitativamente meno importanti durante la vita adulta. Una diversa rappresentazione qualitativa e quantitativa dei Bifidobatteri è stata messa in relazione, a causa di una possibile modifica del rapporto tra linfociti Th1/Th2, all’insorgenza di diverse patologie intestinali, (sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie croniche intestinali, allergie, celiachia e gluten-sensitivity). È stato evidenziato di recente che i soggetti affetti da celiachia (forma attiva e silente) presenterebbero alterazioni del numero, della composizione e della prevalenza di Bifidobatteri (numero inferiore di Bifidobatteri totali ed in particolare di Bifidobacterium longum rispetto a controlli sani, sia su campioni fecali che nelle biopsie duodenali). Il Bifidobacterium longum ES1 CECT 7347, isolato dalle feci di un neonato sano dall’equipe dell’Istituto di Agrochimica e Tecnologie Alimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo, avrebbe dimostrato la capacità di stabilizzare il microbiota alterato dalla pregressa infiammazione intestinale e dalla dieta senza glutine e si sta affacciando l’ipotesi che potrebbe rappresentare una possibile terapia adiuvante nei soggetti affetti da celiachia o gluten-sensitivity. Il Bifidobacterium longum ES1 CECT 7347 è particolarmente ricco di specifiche endopeptidasi in grado di determinare un’efficace degradazione della gliadina, con riduzione della sua tossicità. Studi sperimentali hanno dimostrato in modelli murini la capacità dell’ES1 di “up-modulare” la sintesi delle proteine coinvolte nella costituzione delle giunzioni serrate, impedendo lo sviluppo di enteropatia e normalizzando la mucosa intestinale. Occorre poi sottolineare che la gluten-free diet (GFD), pur costituendo l’unica terapia efficace in corso di malattia celiaca, potrebbe causare alterazioni del microbiota intestinale, con riduzione dei Lattobacilli e dei Bifidobatteri. Dopo somministrazione orale, il Bifidobacterium longum ES1 è capace di resistere all’azione dei succhi gastrici ed enterici ed alla bile, e costituisce circa il 70-80% di tutti i ceppi di Bifidobatteri dell’ospite, dimostrando efficace capacità colonizzante. Per ciò che riguarda la sicurezza, è stata dimostrata l’assenza di antibiotico-resistenza e di fattori di virulenza, l’incapacità di trasmigrare in tessuti diversi da quello intestinale e l’innocuità sia in ospiti immunocompetenti che in soggetti immunodepressi. L’ES1 ha mostrato anche proprietà antinfiammatorie sulla mucosa intestinale, inducendo una down-regolazione dell’IFN-γ e del TNF-α (ad azione pro-infiammatoria), ed una up-modulazione dell’IL-10 (ad attività antiinfiammatoria). Trial clinici randomizzati controllati saranno necessari per confermare se la somministrazione di Bifidobacterium longum ES1 possa costituire una add-on therapy per la malattia celiachia, la gluten-sensitivity ed altre patologie infiammatorie.