Mariella Baldassarre
Nella società contemporanea (la “società dell’informazione”) il progresso tecnologico ha reso disponibile una quantità di informazioni inimmaginabile fino a pochi anni fa: televisione, radio, giornali, telefonia, internet ci sottopongono ad un costante e quotidiano bombardamento mediatico. La disponibilità dell’informazione è destinata ad un aumento esponenziale nel prossimo futuro, grazie all’esplosione concomitante dei social network e dei dispositivi mobili di accesso ad internet. Uno dei principali problemi creato da notizie provenienti da ogni dove e in ogni formato, è l’affidabilità dei contenuti trattati e quindi l’autorevolezza delle fonti. Mi è capitato di leggere recentemente i dati emersi dalla ricerca internazionale Bupa Health Pulse della London School of Economics sui servizi sanitari pubblicata qualche anno fa. L’indagine ha monitorato le abitudini degli “internauti” di 12 paesi tra i quali l’Italia. Ciò che è emerso è che gli italiani divorano le informazioni sulla salute “on line”: otto utenti del web su dieci si affidano alla rete per cercare informazioni, mentre uno su due naviga per l’autodiagnosi. D’altro canto, se per avere una risposta dal medico bisogna prenotare la visita e a volte aspettare giorni, su internet bastano un clic e pochi minuti. Ma tre persone su quattro non controllano l’attendibilità delle fonti. False informazioni diventate “virali” hanno contribuito per esempio ad alimentare la polemica sulla presunta pericolosità dei vaccini, che ci coinvolge moltissimo come pediatri. Del tutto recentemente, l’ONU ha istituzionalizzato una fondazione, Health on the Net Foundation Code of Conduct (HONcode, http://www.hon.ch), che contribuisce a standardizzare la valutazione dell’attendibilità delle informazioni su internet. Ogni singolo sito può contribuire e ottenere così una certificazione di affidabilità, e può utilizzare il bollino HONcode come garanzia di qualità. Tale attribuzione tiene ovviamente conto delle fonti, dell’autorevolezza degli autori, della privacy dei pazienti che afferiscono e delle informazioni stesse. Inoltre, HONcode dichiara che tutto ciò che viene prodotto in termini di informazione non costituisce una sostituzione all’informazione medica, bensì un supporto. Uno dei motivi per cui si è scelto di rendere il sito del nostro Giornale “open access” è stato dettato dalla esigenza di poter condividere con quante più persone possibile un lavoro di aggiornamento scientifico puntuale e veritiero. Uno degli aspetti di ricerca sul web da parte dei genitori è rappresentato dalle nuove modalità di “alimentazione”: diete vegetariane, vegane, autosvezzamento. L’articolo sull’autosvezzamento scritto da Margherita Caroli ed Andrea Vania ne descrive luci ed ombre, con un rigore scientifico ed una ricerca delle fonti affidabilissima, e rappresenta certamente una possibilità di approfondimento importante per i pediatri di famiglia, sicuramente sempre più spesso sollecitati dai genitori in tal senso. Anche il caso clinico presentato da Giulia Graziani presenta come scenario iniziale un lattante a dieta vegetariana… Un altro articolo dedicato ai pediatri di famiglia è rappresentato dalla disamina effettuata da Roberto Grosso, pediatra di libera scelta di Bari, sull’approccio al bambino con malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD). Non si tratta certamente di situazioni frequentissime, ma che, quando presenti, impegnano molto il pediatra, che deve affiancare nella gestione e nel follow-up lo specialista gastroenterologo pediatra. Fortunata Civitelli completa tale disamina con il suo “focus” sull’uso dell’azatioprina nelle IBD. I linfomi intestinali nel bambino (Elisabetta Manzali), la colelitiasi (Claudia Della Corte), le malattie mitocondriali associate a sintomi gastrointestinali (Diego Martinelli e Carlo Dionisi-Vici), l’esofagite eosinofila (Teresa Capriati e Paola De Angelis) rappresentano ugualmente situazioni molto complesse di tipo più “specialistico” che bisogna però conoscere per poterle gestire. È sempre necessario mantenere quel rapporto di fiducia “empatica” con i genitori dei nostri piccoli pazienti, ed uno dei modi per farlo è essere costantemente aggiornati nel proprio lavoro, anche di fronte a problematiche complesse. Sono come sempre infinitamente grata ai miei compagni di redazione ed a tutti coloro che hanno scritto il loro contributo per questo numero. Buona lettura e buona vita!