Editoriale
Antonella Diamanti
Carissimi Lettrici e Lettori, lo spunto per questo numero monotematico ci è stato fornito dalle parole di Papa Francesco “I profughi ogni giorno fuggono dalla fame e dalla guerra, alla ricerca di una vita dignitosa persé e per le proprie famiglie”. Abbiamo quindi cercato di fotografare le peculiarità della patologiagastrointestinale negli scenari di guerra e sotto-sviluppo, certi che la fotografia oggettiva, congli occhi di quanti fattivamente si occupano di tali aspetti, possa contribuire a rendere piùoggettivo il dibattito a cui quotidianamente assistiamo. Elena Banci riporta che nel mondo sono52 milioni i bambini di età inferiore ai 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta e che la maggior parte di essi siconcentra in Asia del Sud e in Africa sub-Sahariana. Elena Banci e Piergiorgio Gamba sottolineano che nel 2015,lo studio “Global Burden of Disease” evidenziava che la malnutrizione rappresenta ancora la principale causa dimorte nei bambini sotto i 5 anni. Le anomalie congenite, rappresentano la quinta causa di morte in tale fascia d’etàe pertanto, i bambini nati con anomalie congenite nei paesi del terzo mondo si trovano in una doppia situazione disvantaggio determinata dalla condizione di malnutrizione e della scarsa accessibilità ai servizi di chirurgiapediatrica. La chirurgia digestiva. non solo risulta scarsamente accessibile in tali scenari, ma anche gravata dallapiù elevata mortalità peri-operatoria rispetto ad altri approcci chirurgici, come sottolineato da Federico Bozzetti.Le malformazioni gastrointestinali, ma anche l’ingestione accidentale di caustici, possono richiedere ilposizionamento di accessi gastrostomici. A questo proposito Piergiorgio Gamba sottolinea che la piaga piùdisarmante da “combattere” nei Paesi in via di sviluppo, rimane la totale carenza di alimenti per la nutrizioneenterale: perché se è vero che un neonato o un lattante può essere alimentato quasi totalmente con il latte, in etàscolare quale può essere il nutrimento più adatto per la crescita da somministrare attraverso la gastrostomia inun Paese a risorse limitate? Riso? Tapioca? Oppure?….Mirella Elia cerca di rispondere a tali quesiti, fornendo unaserie di suggerimenti che possano favorire l’utilizzo di prodotti locali. Spesso infatti il bambino e la famiglia sonolegati alle loro tradizioni alimentari e la valorizzazione di esse consente la difesa della diversità culturale, unimperativo etico, inseparabile dal rispetto per la dignità umana, come indicato dall’UNESCU. Prosegue TeresaCapriati che ci fornisce un report sulle potenzialità della Spirulina (microalga o macro-possibilità!), una microalgablu-verde che, dal punto di vista nutrizionale, è una fonte alimentare ricca di macro e micronutrienti. I due contributi finali di Paolo Lionetti e Martina Vallorani prendono spunto da alcune caratteristiche specifichedelle società meno avanzate, utili alla comprensione dei meccanismi fisiopatologici di alcune patologiegastrointestinali ad elevata frequenza nelle società più evolute quali le patologie su base infiammatoria, le patologieautoimmuni, l’intolleranza al lattosio e la celiachia. Il 7 giugno 2014, ventuno minuti dopo le cinque del pomeriggio, Massimo Sestini inquadrava l’esatta verticale diun barcone e delle sue centinaia di volti. Tutti con lo sguardo rivolto verso l’alto e circondati dal mare. Cinque anni,dopo lo stesso Sestini con l’aiuto della National Geographic rintracciava tutti i protagonisti di tale fotografia storica,ricostruendo le tappe successive al loro sbarco sulla terraferma. In questo numero monotematico, con il contributodi tutti gli Autori, abbiamo cercato di effettuare idealmente un percorso a ritroso, descrivendo la complessa realtàdei Paesi di origine di quelle centinaia di volti rivolti verso la macchina fotografica di Massimo Sestini. Vi auguro una buona lettura! Antonella Diamanti